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Decalogo dei luoghi comuni sul libro

1-un libro vale l’altro
Quando sento questa frase, che solitamente si accompagna all’assunto “basta che legga”, rabbrividisco. Non è vero che un libro valga l’altro, non tutto ciò che è in commercio è letteratura né scrittura di valore. Ci sono libri vuoti, pieni di parole e senza contenuto. Scegliere è un atto di libertà che ci permette di fare la differenza. Un bambino che legge libri che non sono libri, penserà che sia quello leggere. Non si innamorerà della lettura, perché l’esperienza di ascoltare leggere o di leggere non gli lascerà nulla. Quindi, scegliamo bene i libri da acquistare, e conserviamoli con cura. Sono scrigni preziosi e presidi di bellezza. Non dimentichiamolo!

2-i bambini non devono leggere
Quando inaugurai la libreria, un anno e mezzo fa, una signora mi disse: “ma a che serve una libreria per i bambini? c’avranno (cito testualmente) tanto tempo per leggere quando cresceranno!”
Coltivare la lettura, leggere ai bambini, fin dai primi mesi di vita, offre loro infinite possibilità di osservazione e comprensione della realtà. Leggere è rituale, coccola, gioco, condivisione intima con il genitore, abitua all’ascolto, alla parola, alla musicalità dei suoni. Leggere offre spunti di evasione e immaginazione. Leggere serve.

3-un libro costa troppo
Questa cosa che per molti i libri costino troppo mi fa molto riflettere.
Spendiamo quotidianamente tantissimi soldi in cibi spazzatura e giochi inutili, che si rompono in poche ore. Investiamo grandi risorse economiche in tablet, cellulari, computer e playstation (o affini). Però tremiamo se un libro costa 15 euro. Un libro, che compriamo una volta e dura per sempre. Un libro, che sarà una risorsa per tutti in famiglia. Allora mi chiedo: qual’ è il prezzo giusto per un oggetto capace di farti viaggiare da fermo, di farti sorridere e riflettere, di farti emozionare, commuovere, divertire, crescere, capire, sognare? Diamo un prezzo alle cose di valore.

4-un albo è troppo breve
Non si può pensare che la lettura sia mero esercizio, fine a sé stesso. Un bambino impara a leggere se capisce ciò che legge, e se quel che capisce lo appassiona, lo intriga, sollecita la sua curiosità. Non è importante la quantità delle parole scritte, ma ciò che lo “muove” dentro, facendogli desiderare di leggere ancora, e ancora… trovo più utile, certamente, leggere con amore un piccolo libro anzicche’, controvoglia, un’ accozzaglia di parole inutili e senza senso né significato…

5-i silent book non sono libri
Le immagini hanno un potere fortissimo.
Lo sappiamo bene tutti, vivendo nell’era delle immagini, appunto.
Quando si caricano di valore narrativo, le immagini offrono a tutti noi, e soprattutto ai nostri bambini e ragazzi, spazi sconfinati per inventare, creare, elaborare. Leggere un silent book, cioè un libro fatto “solo” di immagini, è un’esperienza unica e costruttiva per un bambino. Gli offre la possibilità di entrare nella storia, anche prima che abbia imparato a decifrare le lettere. E dopo, gli da uno stimolo per scriverla lui quella storia.

6-un libro deve sempre insegnare qualcosa
Non tutti i libri hanno una morale. Ci sono libri che solleticano emozioni e fantasia, che divertono o scioccano, libri bellissimi che non vogliono necessariamente insegnare qualcosa, ma semplicemente offrono uno spaccato, una visione, un gioco.

7-il tempo dedicato a leggere è tempo perso
Questo luogo comune è il più terribile di tutti.
Leggere dilata il tempo, lo plasma, lo modifica. Chi ne ha fatto esperienza, nei giorni di quarantena, lo sa bene. Leggere non toglie tempo, ma regala un tempo nuovo e diverso.
Per chi sa coglierlo.

8-i libri ormai sono strumenti antichi
Il piacere di sfogliare un libro, di annusare la carta, di tornare con un gesto a toccare quel luogo, quell’azione, quel personaggio, è impareggiabile. Niente potrà mai sostituire il coinvolgimento sensoriale ed emotivo prodotto dalla lettura di un libro cartaceo. La carta ci porta alla vita, le parole stampate ci offrono memoria romantica e purezza del gesto.

9-i bambini non amano leggere
Non è vero che i bambini non amino leggere.
Basta trovare il libro giusto, ed attendere il tempo giusto. Dar loro la possibilità di scegliere. Aiutarli nella scelta, guidarli ma non sovrastarli, e non caricarli d’ansia. Che i libri possano essere oggetti vivi, che viaggiano da una stanza all’altra, da un cuscino a un comodino, al divano. Che non vengano relegati in scaffali altissimi e inarrivabili. Che siano accessibili. Che si confondano con i giochi e non con scartoffie e soprammobili. Che non diventino tabernacoli di polvere. Che abitino la casa. E che si lascino abitare.

10- il decimo luogo comune lo lascio a voi…datemi anche la vostra visione, per me è importante…